dati ripartizione FFo

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Margherita Duse
view post Posted on 5/1/2011, 14:17




Vi allego un documento sulla ripartizione dell'FFo. Io non ci capisco granché quindi lascio al gruppo analisi il compito di capirci qualcosa. Giro un'analisi di Marco Viola

Giusto un paio commenti, per gli interessati rimando agli articoli di Anvur Cronaca: Si apprezza una buona istruzione, Produttivismo e produttività nell'istruzione universitaria e Alla ricerca di un premio e all'articolo di Tocci Quale riforma per l'università?, tutto molto interessante, il paragrafo 3 parla appunto di questo.

1. questi non sono i dati riferiti alla distribuzione del FFO in totale, ma della parte distribuita in modo premiale (in gergo tecnico europeo formula funding), stabilita nel DL 180/2008 (art.2) al minimo 7%, e decretata dal MIUR essere del 10% per l'anno 2010;
2. il nostro amico DDL 1905b (la riforma Gelmini, indeed) all'art. 13 modifica la 180 (già modificata dalla legge 1 del 9 gennaio 2009) precisando che questa percentuale aumeterà ogni anno di una quota tra lo 0,5% e il 2% del FFO (quindi: entro 10 anni si potrebbe passare al 15 come al 30% del totale FFO destinato a formula funding);
3. Dare fondi in base al merito (piuttosto che punizioni in base al demerito, pratica concepita solo in Italia) sta diventando un pilastro della strategia europea di gestione degli atenei che vanno via via autonomizzandosi: noi ti lasciamo fare il cazzo che ti pare, poi ti valutiamo con un'agenzia (o più) il più imparziale possibile, se sei stato bravo vinci un incentivo, sennò fatti bastare i soldi di base.
4. In altri paesi in Europa la quota di FFO ripartita su base premiale sta crescendo, con ritmi diversi. Attualmente in Spagna e in Germania sta venendo introdotto in via sperimentale per quote inferiori alle nostre; in Francia erano al 9% nel 2009; nel Regno Unito oltre l'80% (recepito quasi totalmente dagli atenei d'eccellenza come Oxford e Cambrdige), in Svezia e Ungheria quasi il 100% (la politica universitaria in Ungheria, paese in forte via di sviluppo, risente dei lasciti del comunismo: hanno una politica statale sull'università, con una programmazione avveduta e a lungo termine degli obiettivi da incentivare).
5. Curiosamente, l'Italia è l'unico paese dove la didattica pesa meno (34%) della ricerca (66%) nella ripartizione del formula funding. Probabilmente per via del fatto che altrove la ricerca è già ben finanziata.
6. In Italia si tende a premiare un ateneo come fosse un blocco unico. Ma ci possono essere dipartimenti e facoltà virtuosi in atenei corrotti, o viceversa: una buona distribuzione di fondi dovrebbe riuscire a tracciare dei discrimini anziché lasciare che i buoni poli di didattica/ricerca "vincano" fondi per l'ateneo ma poi di fatto questi vengano ridistribuiti tra i baroni di turno...
7. di fatto i criteri sono stati cuciti in logica conservatrice, in modo da non spostare troppo l'equilibrio dei fondi: se si fossero distribuiti secondo criteri storici (come il restante 90% del FFO) questi soldi sarebbero andati per il 90% agli stessi atenei a cui vanno per criteri premiali. Di fatto vengono spostati solo 60 milioni: cambiare tutto per non cambiare nulla? [consiglio la lettura dell'intero paragrafo. Magari anche dell'intero articolo]
8. Il criterio di quanti studenti passano gli esami (A2) è un incentivo a dare 18 politici e regalare crediti. Come ci ricorda sovente Claudio Riccio, è dannosissimo per la qualità delle università, visto che sono letteralmente pagate tanto più quanto più promuovono...
9. i criteri di finanziamento sulla ricerca B1,B2 e B4 sono un po' problematici, poiché ridondanti: di fatto si premiano gli atenei in cui qualche gruppo di ricerca è riuscito a vincere dei bandi. Ma così facendo si rischia di svalutare (come al solito) le scienze umane, che vedono meno bandi europei perché spesso legati alla cultura dei singoli paesi, e cosa peggiore di incentivare quello che Merton, pioniere della sociologia della scienza, chiamava "effetto San Matteo": <<a chi ha verrà dato, in modo che abbia ancor più in abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che sembra avere>> (Vangelo secondo Matteo, XXV 25-29)
10. il criterio B3 andrebbe anche molto bene... se non si riferisse a dati del 2001-2004! D'altronde, non sono possibili altre scelte: siccome dal 2006 doveva attivarsi l'ANVUR, hanno pensato bene di dire al CIVR, organo deputato alla valutazione della ricerca "tu stai buono e fermo che ora ci pensano loro". E questi solo di recente hanno attivato una nuova valutazione triennale, visto che nell'attivazione dell'ANVUR non ci spera più nessuno. Di fatto si premiano gli atenei dove quasi una decina di anni fa sono state fatte buone ricerche. Grottesco...


Offro volentieri chiarimenti e accolgo critiche in merito all'analisi.

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